(testo tratto dall’articolo di Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b e Direttore dell’Osservatorio Export, pubblicato il 3 gennaio 2019 sul sito Osservatori.net – digital innovation).
“La digitalizzazione delle imprese è un fattore più che mai fondamentale per stimolare l’intero sistema Paese”.
(…) La Trasformazione Digitale italiana deve partire dal B2b poiché questo comparto rappresenta il 61% del fatturato complessivo delle imprese italiane. Il restante è il valore dei consumi delle famiglie, ossia il B2c.
“Ma la propensione delle aziende italiane verso il digitale non infonde grande entusiasmo. Anzi. Oggi, oltre la metà delle aziende italiane investe meno dell’1% del proprio fatturato in progetti di digitalizzazione”.
E’ vero che questo vale soprattutto per le imprese individuali e le micro imprese (circa 4,7 milioni di realtà) e per le PMI (circa 250 mila), mentre “per le grandi aziende, i progetti di digitalizzazione B2b e dematerializzazione ricoprono un ruolo di primo piano”. Tali progetti risultano, invece, al quarto posto tra le priorità di investimento delle PMI, che preferiscono concentrarsi sullo sviluppo di nuovi prodotti e/o servizi, sul rafforzamento della forza vendita e sullo sviluppo di nuovi mercati.
I principali progetti di digital B2b
“Tra i progetti B2b prioritari per le aziende emerge la digitalizzazione dei processi interni (per esempio l’introduzione di soluzioni come la Gestione Elettronica Documentale, l’ERP o la Conservazione Digitale). Tale preferenza è spiegabile con la necessità crescente delle aziende di migliorare la gestione dei dati e delle informazioni, esigenza resa ancora più importante dall’obbligo di Fatturazione Elettronica tra privati, che impone di lavorare con flussi di dati e non più con documenti.
Alla digitalizzazione dei processi, seguono le soluzioni per la digitalizzazione del ciclo dell’ordine e lo sviluppo di soluzioni collaborative con fornitori o clienti. Questi ultimi progetti hanno una priorità inferiore per la loro maggiore complessità gestionale, che coinvolge non solamente la singola azienda ma parti dell’ecosistema di appartenenza”.
Tra le leve che favoriscono la digitalizzazione delle imprese prevalgono la ricerca di efficienza e la facilità d’uso, mentre tra le barriere troviamo la resistenza al cambiamento e la carenza di competenze digitali.
Va detto, poi, che in funzione della dimensione aziendale variano le ragioni che spingono un’impresa a implementare progetti di digitalizzazione. Per esempio, per una grande azienda prevalgono motivazioni come:
- la ricerca di efficienza a breve termine;
- la necessità di restare competitivi sul mercato;
- la necessità di risolvere problemi fortemente percepiti.
Per una PMI, caratterizzata da competenze digitali meno diffuse e budget più contenuti, al contrario diventano più importanti la facilità d’uso della soluzione e la spinta normativa.
Per quanto concerne le criticità per l’introduzione dei progetti di digitalizzazione, invece, la principale risiede nelle resistenze al cambiamento da parte del personale interno (problematica condivisa sia dalle grandi aziende che dalle PMI). Le grandi aziende lamentano, inoltre, una difficoltà dovuta all’eterogeneità delle procedure operative di clienti e/o fornitori.