Proviamo a spiegare la definizione di Lavoro Agile partendo dai principi cardine. Lo Smart Working è un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un’azienda. Si basa su quattro pilastri fondamentali:
- revisione della cultura organizzativa;
- flessibilità di orari e luoghi di lavoro;
- dotazione tecnologica;
- spazi fisici.
Il primo aspetto riguarda la revisione della cultura organizzativa e degli stili manageriali che implicano il passaggio ad una definizione del lavoro per obiettivi e non più su ore lavorate. Di conseguenza implica una revisione del rapporto fra il manager e il dipendente che lavora in Smart Working: si deve cioè passare dal controllo (tipico del lavoro in ufficio) alla fiducia.
Il secondo aspetto, collegato al precedente, riguarda la definizione di policy che garantiscano una certa flessibilità rispetto all’orario e al luogo di lavoro.
Il terzo pilastro fondamentale riguarda la dotazione tecnologica che deve supportare e valorizzare le forme di flessibilità possibili: attraverso il cloud, i device portatili e tutti gli strumenti che supportano la collaborazione la scrivania diventa sempre più virtuale.
Il quarto pilastro riguarda infine gli spazi fisici che devono evolversi per supportare le differenti esigenze delle persone quando si recano in ufficio.
Importanza e significato dello Smart Working
Lo Smart Working, quindi, mette al centro dell’organizzazione la persona con lo scopo di far convergere i suoi obiettivi personali e professionali con quelli dell’azienda e aumentare la produttività.
Negli ultimi anni, la crescita dello Smart Working ci porta a dire che oggi sia realtà. Ma quel che si vede è solo la punta dell’iceberg: sono ancora pochi i progetti di sistema che ripensano i modelli di organizzazione del lavoro ed estendono a tutti i lavoratori flessibilità, autonomia e responsabilizzazione.
Eppure, i benefici economico-sociali potenziali sono enormi: l’adozione di un modello “maturo” di Smart Working per le imprese può produrre un incremento di produttività pari a circa il 15% per lavoratore, che a livello di sistema Paese significano 13,7 miliardi di euro di benefici complessivi. Per i lavoratori, anche una sola giornata a settimana di remote working può far risparmiare in media 40 ore all’anno di spostamenti; per l’ambiente, invece, determina una riduzione di emissioni pari a 135 kg di CO2 all’anno.